SETTIMANA DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE….. SI PARTE!

 

18.jpgVado ad Ostuni per la settimana dei bambini. Perché esserci?? Perché ho ricevuto un invito da un amico carissimo in arte Lorenzo Caiolo e perché ho ancora voglia di giocare. Si! Avete capito bene! Io gioco! Ho sempre giocato. E con il gioco sono cresciuto e tuttora continuo a crescere. In casa, fuori casa, per passatempo, per lavoro, per puro divertimento. Mi piace giocare, come facevo da bambino, quando mi nascondevo sotto il tavolo della sala per sfuggire al nonno o alla mamma che mi rincorrevano; quando mi facevo lunghe galoppate sul mitico manico di scopa; quando potevo fare tranquillamente il giro dell’isolato incontrando per le vie tanti compagni di gioco; quando con legnetti, un pezzo di camera d’aria di bicicletta, chiodi e martello, riproducevo macchine, trattori, camion; quando con grande entusiasmo impastavo uova, farina, formaggio, latte e ci facevo pizze, torte e ogni sorta di “pasticcio culinario” con il sorriso di mamma sempre vicino e maestro. Ancora oggi passo gran parte del mio tempo a giocare e a far giocare. Gioco in famiglia, a scuola e durante la mia attività di formatore. Gioco con gruppi di bambini, di ragazzi e adolescenti; di animatori, educatori, genitori e insegnanti e, con loro, ho imparato ad osservare il gioco e a scoprire e descrivere durante i tanti corsi di formazione come con il gioco si possa riflettere sulla fiducia, sulla relazione con gli altri, sul gruppo e le sue dinamiche, sulla comunicazione, sulla fantasia, la creatività, sulla conoscenza di sé e degli altri. È con il gioco che riesco a comunicare tante cose che mi stanno a cuore compreso il tema della Settimana che ruota su una grande parola: accoglienza! Ormai siamo ampiamente consapevoli che per la nostra crescita personale abbiamo bisogno della presenza e del continuo confronto con l’altro. È nell’incontro con l’altro, con la sua diversità e la sua ricchezza, che io posso costruire la mia identità. Di fronte alla diversità, qualunque essa sia, di colore, di genere, di lingua, di età, possiamo isolarci in un nostro mondo dorato e sicuro, oppure osare l’incontro perché la sensazione di vertigine, di incerto e di instabilità possa farci crescere. C’è un famoso e antico detto: “sai cosa lasci, ma non sai cosa trovi”. Credo che oggi sia il momento di guardare con ottimismo e propositività e senza paure al “non sai cosa trovi”; un po’ perché nella veste di ricercatori, di esploratori e di amanti della novità ci sentiamo anche più vivi e inoltre perché la visione del “sai cosa lasci” ricco delle nostre certezze e delle nostre sicurezze è comunque fallita diventando automaticamente anche la nostra prigione. Allora? Mettiamoci in gioco! I giochi che propongo da oltre vent’anni, hanno in comune la giocabilità insieme agli altri e, spesso, in una disposizione circolare dei giocatori. Un vero e proprio “essere con” che risponde all’esigenza di sentirsi uniti all’altro, di prendere e dare confidenza, di ricevere e ottenere aiuto, di poter accettare ed essere accettato, di provare stima in sé e negli altri, di avere e dare fiducia.  Giocare significa allora incontrare l’altro e farsi incontrare dall’altro, nella sua e nella nostra diversità, ma anche nella sua e nella nostra somiglianza in quanto espressioni dell’unica e stessa matrice ontologica.  Se ci accostiamo all’altro con questa consapevolezza, possiamo sperimentare anche forme diverse rispetto alla mera competizione o alla svilente sfida o all’agonismo più sfrenato e accecante che stanno contrassegnando gran parte della cultura attuale, compreso quella ludica.

SETTIMANA DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE….. SI PARTE!ultima modifica: 2009-10-17T20:01:00+02:00da ludotaro1969
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